Oltre la metà, esattamente il 55 % del reddito di uno svizzero medio va via fra imposte, assicurazioni sociali, premi casse malati e altri contributi obbligatori. «Ma buona parte di queste uscite, attorno al 25 %, rientra sotto forma di prestazioni sanitarie, pensioni e assistenza sociale», spiega Marco Salvi, economista di Avenir Suisse, che con il suo collega Luc Zobrist ha messo a punto uno studio sulla politica fiscale della Confederazione e dei Cantoni, proponendo anche tredici riforme «per garantire l’attrattività della piazza economica elvetica e una crescita dei redditi ben distribuita».

Secondo Salvi, il fatto che il carico di tasse, oneri sociali e prelevamenti obbligatori sia così alto, dimostra che la Svizzera non è poi quel paradiso fiscale di cui tanto si parla: «Facendo due conti su quanto rimane al dipendente del proprio salario mensile, possiamo dire che siamo sui livelli di Francia e Italia. Il punto, semmai, è un altro: con i soldi del contribuente la Svizzera riesce a garantire servizi di qualità. In altri Paesi questo invece non accade. Qui sta la vera differenza». Ma può calare la pressione sui redditi? E sino a quanto? Per Avenir Suisse si può passare dal 55 al 45 % razionalizzando, riducendo, tagliando alcune spese e rivedendo certi meccanismi sull’imposizione fiscale. «Ma bisogna anche tener presente – aggiunge Salvi – che pagare meno vuol dire quasi sempre ricevere meno».

Detto questo, l’economista riparte da una premessa: «Il sistema fiscale svizzero punisce il risparmio individuale e incoraggia l’indebitamento»: Perciò Avenir Suisse sollecita, innanzitutto, una deduzione per il reddito da risparmio. «Interessi e guadagni di capitale, con questa formula, verrebbero tassati solo quando superano il rendimento, aggiornato, delle obbligazioni della Confederazione»; spiega sempre Salvi: «Il reddito dei conti di risparmio sarebbe dunque esente da imposte».

Un altro accorgimento di Avenir Suisse per ridurre i diversi «prelievi» da quel 55 % sui salari, riguarda la casa. «Ci piacerebbe che in Svizzera – spiega l’economista – ci fossero più proprietari veri di un’abitazione, piuttosto che famiglie indebitate per comprare una casa che chissà quando finiranno di pagare». E questo obiettivo, secondo lo studio si potrebbe centrare attraverso l’esenzione di una parte del valore locativo proprio, cioè «dell’affitto fittizio» che paga ogni proprietario di casa.

A fronte di quest’agevolazione, «gli interessi ipotecari, non sarebbero più deducibili. Questo perché – dice Salvi – tanti oggi tirano avanti con il mutuo, perché non vale la pena chiuderlo altrimenti si perderebbero i vantaggi fiscali. Ed è sbagliato perché questo è un incentivo all’indebitamento e minaccia la stabilità del mercato immobiliare: Tra le misure proposte da Avenir Suisse, che riguardano però le persone giuridiche, cioè le società, c’è quella di abbassare l’imposta sul reddito portandola attorno all’11 %. «Una politica, questa, simile a quella usata dal Ticino – conclude Salvi – per attrarre imprese estere. E che sta funzionando, visto che poi queste aziende ricambiano lo Stato con un buon gettito fiscale che serve per garantire buoni servizi».

Questo articolo è apparso su "Il Caffé della domenica" del 3 novembre 2013.