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In Svizzera i cittadini voteranno probabilmente entro i prossimi due anni sull’introduzione di un reddito di base incondizionato (RBI) in sostituzione dell’attuale sistema delle assicurazioni sociali. Ma di che cosa si tratta concretamente?

Attraverso il principio del reddito di base incondizionato, lo stato verserebbe ad ogni residente adulto in Svizzera un reddito mensile di 2 500 franchi, e di 625 franchi – corrispondente a un quarto – ad ogni minorenne (o meglio, ai suoi genitori). Tutto ciò senza condizioni, ai bisognosi come ai ricchi. I costi previsti ammontano a 200 miliardi di franchi l’anno, di cui 60-70 in sostituzione delle prestazioni delle assicurazioni sociali vigenti.

L’RBI è stato presentato dai promotori dell’iniziativa come «una nuova forma di pensiero», e inserito dunque in un contesto filosofico. Chi condivide almeno in parte questo testo può considerarsi avanguardista, poiché così appaiono i sostenitori dell’RBI in affermazioni come: «il reddito di base incondizionato è un impulso all’ampliamento della coscienza nell’attuale sistema monetario». Con tutto rispetto: tale assurdità può anche fare parte di una strategia pubblicitaria che però assume a tratti caratteri settari. Discutibile invece è l’affermazione che l’RBI rafforzerebbe la responsabilità individuale e la libertà di scelta. Tre fra gli argomenti maggiormente ripetuti non reggono ad un’analisi più approfondita:

«L’RBI è già stato proposto a suo tempo da Milton Friedman, faro del pensiero liberale, nel quadro di un’imposta negativa sul reddito»

Anche i grandi pensatori liberali possono di tanto in tanto tirare fuori idee che poco hanno a che vedere con l’ampliamento delle libertà personali. Citare Friedman non costituisce una prova che il reddito di base appartenga a una corrente di pensiero liberale. Nella maggior parte degli esperimenti tentati fino ad ora l’imposta negativa sul reddito è stata condizionata alla ricerca di un impiego, non è stata dunque accordata senza riserve. Inoltre essa garantiva un minimo esistenziale fisico piuttosto che socioculturale, come vorrebbe l’RBI.

«L’RBI permette l’eliminazione della costosa burocrazia delle assicurazioni sociali»

Un’amministrazione pubblica snella è cosa buona e giusta. In termini di volume, le spese amministrative delle assicurazioni sociali sono però trascurabili se raffrontati all’insieme dei trasferimenti: tre miliardi al massimo per contributi sociali complessivi di 70 miliardi di franchi. In questi tre miliardi sono presi in considerazione, fra gli altri, i costi amministrativi per il programma di reinserimento professionale, il sostegno legale, gli assegni familiari e l’assistenza sociale per i giovani a rischio. Con l’RBI i trasferimenti distribuiti ad innaffiatoio passerebbero da 70 a 200 miliardi di franchi. In secondo luogo i sostenitori dell’RBI ammettono la necessità del mantenimento delle attuali assicurazioni sociali (oltre ai pagamenti del reddito di base incondizionato) per chi è davvero inabile al lavoro. Nel caso opposto questi ultimi sarebbero confrontati a una drastica diminuzione delle prestazioni sociali.

«Il reddito di base incondizionato ci libera dall’obbligo di esercitare un’attività lucrativa. I vincoli non sono mai liberali, di conseguenza l’RBI lo è»

Questa conclusione è sbagliata e presenta una grande confusione: oggigiorno non sussiste alcun obbligo al lavoro. Si è soltanto «costretti» a sostenere con i propri mezzi le conseguenze finanziarie di un’eventuale rinuncia. Una tale abolizione è estranea al pensiero liberale, poiché in questa corrente libertà va sempre di pari passo con responsabilità individuale. Quest’ultima diventerà solo un tiepido ricordo se lo stato inizierà a garantire il sostentamento dei propri cittadini per tutta la durata della loro vita. Un’osservazione va ripetuta: soltanto un livello massimo di responsabilità individuale indurrà ancora i cittadini a preoccuparsi del proprio sviluppo mentale e sociale in presenza dell’RBI. Con la responsabilità individuale si intende anche la capacità di provvedere da soli al proprio sostentamento senza dover ricorrere a trasferimenti da terzi. L’autoresponsabilità per lo sviluppo personale sussiste indipendentemente dall’RBI.

Il reddito di base incondizionato non aumenta la libertà di scelta né rafforza la responsabilità individuale. Al contrario, esso rappresenta un immenso aumento dei costi della socialità, la quale aiuta alla fine soltanto chi è già in grado di provvedere da solo al proprio sostentamento.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero di aprile 2014 della
rivista «Schweizer Monat».