Le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati nel 2015 o nel 2016 a pronunciarsi sull’introduzione di un reddito di base incondizionato (RBI), noto anche come reddito di cittadinanza. L’idea: un versamento mensile di 2’500 franchi ad ogni residente legale adulto per rimpiazzare l’attuale dedalo di strumenti di protezione sociale. Gli iniziativisti descrivono l’RBI come la risposta perfetta alle sfide del XXI secolo. Avenir Suisse considera questo modello invece, sotto tutti gli aspetti, pericoloso e ingannevole.

La quinta edizione di «avenir punti di vista» dimostra che, indipendentemente dai dubbi sul suo finanziamento e dalle questioni legate ai suoi effetti sull’immigrazione, l’RBI è poco attrattivo e per nulla liberale. La simpatia riscontrata dall’RBI non soltanto nella sinistra alternativa ma anche presso alcuni liberisti è quanto meno sorprendente. Ecco perché ci è sembrato opportuno presentare i problemi e le falle nel ragionamento di questo concetto, malgrado il rischio che questa attenzione di Avenir Suisse venga percepita dagli iniziativisti come un riconoscimento.

Lukas Rühli, capoprogetto presso Avenir Suisse, dimostra che la necessità di un RBI viene dedotta da ipotesi errate, che un reddito incondizionato è poco sociale, e che ad eccezione di coloro che abusano del sistema non aiuta nessuno, men che meno le persone sfavorite. La pubblicazione spiega come l’RBI non sia un concetto liberale (contrariamente a quanto sovente ripetuto) e come esso rischi di creare una società a due velocità, ancor più degli attuali sistemi di protezione sociale.