Per mantenere una reale autonomia dei Comuni e la prossimità con i cittadini, bisogna intensificare le fusioni e democratizzare le collaborazioni intercomunali. Lo sostiene Avenir Suisse think tank liberale e vicino all’economia in uno studio presentato ieri. L’autonomia comunale risulta costantemente diminuita a causa della «discrepanza tra istituzioni e territorio, alle crescenti esigenze delle regolamentazioni federali, cantonali e non da ultimo alle nuove necessità dei cittadini», afferma un comunicato.
Spetta quindi ai Cantoni creare un tessuto di Comuni che risponda alle esigenze odierne e future della comunità. Avenir Suisse ha analizzato quattro strumenti messi in atto dai Cantoni: il controllo finanziario, la perequazione intercomunale, le collaborazioni intercomunali e la promozione delle fusioni. In generale precisa il comunicato la posizione in classifica è determinata dal piazzamento nella promozione delle fusioni.
Soletta figura al primo posto. Il Ticino è tra i Cantoni più dinamici per quanto riguarda le fusioni, ma perde punti a causa di una perequazione finanziaria intercomunale contraddittoria che premia i Comuni più piccoli. Per Avenir Suisse, la perdita di autonomia è in parte da attribuire ai Comuni stessi che continuano a credere che l’autonomia locale sia una garanzia di sopravvivenza. Secondo il think tank liberale invece «l’adempimento efficiente di compiti più complessi è sempre meno compatibile con la pretesa di continuare a svolgerli attraverso mini-unità istituzionali. Per Cantoni e Comuni la sfida sta nel trovare un compromesso tra una mania fusionistica e l’aggrapparsi a una pseudo-autonomia.»
Quest'articolo è stato pubblicato sul "Giornale del Popolo" del 31 marzo 2012