Addensamento dello spazio urbano in luogo di chiusure delle frontiere: per Avenir Suisse in materia di abitazioni è giunta l’ora delle scelte. Il Think thank degli ambienti economici ha presentato la sua soluzione per uscire dalla crisi dell’alloggio: occorre cambiare in materia di gestione dello spazio.
Lo studio «Wanderung, Wohnen und Wohlstand» getta uno sguardo approfondito sul mercato immobiliare svizzero e giunge in parte a conclusioni sorprendenti. Se è vero che a partire dal 1970 gli affitti sono lievitati, è vero anche che i salari hanno registrato una crescita. Il ceto medio ha potuto mantenere il proprio potere d’acquisto sul mercato immobiliare anche durante gli ultimi decenni. Inoltre, la politica del mercato immobiliare attuata oggi negli agglomerati urbani ha portato a una carenza cronica di abitazioni, ad una ridistribuzione problematica degli affittuari ed a costi occulti per la comunità. Un buon funzionamento del mercato delle abitazioni potrebbe distribuire in modo più efficiente lo spazio abitativo tra i richiedenti. Al contempo, però, una deregolamentazione del mercato immobiliare appare praticamente senza speranze sul piano politico, tanto più nella situazione attuale. L’inasprimento della regolamentazione attraverso le «misure di accompagnamento» richieste costituirebbe un ulteriore passo nel la direzione di una compartimentazione delle città, poiché andrebbe ad.amplificare gli effetti di «lock-in» e a rafforzare l’onerosa segmentazione. Attraverso zone speciali con affitti plafonati si creerebbe indirettamente una serie di nuove cooperative edilizie. Occorrerebbe al contrario verificare se le famiglie con un modesto potere d’acquisto non potrebbero essere aiutate da una transizione mirata verso l’aiuto soggettivo al posto dell’aiuto oggettivo. Anche la diffusione della proprietà abitativa nelle città risulta sottosviluppata. La richiesta di affitti a prezzo ridotto è in contrasto con altri obiettivi, come la conservazione del paesaggio e l’aspirazione verso la crescita e l’apertura. Una più coerente attuazione degli obiettivi di pianificazione territoriale porterebbe ad una crescente scarsità dell’offerta di terreno. L’aumento dei prezzi del terreno e degli affitti che ne conseguirebbe costituirebbe il segnale economico necessario per una gestione più oculata del terreno. Se la Svizzera vuole mantenere il suo livello di benessere, deve continuare a fare capo a manodopera specializzata straniera. Dei tre obiettivi – affitti modesti, uso parsimonioso del terreno, crescita attraverso l’apertura – è possibile perseguirne solo due. L’alternativa migliore è costituita dall’addensamento dello spazio urbano.
Questo articolo è apparso su «Opinione Liberale» del 15. luglio 2011.