Le «44 idee per la Svizzera» proposte da Avenir Suisse provocano reazioni divergenti tra la popolazione. Se l’obbligo di servizio generale secondo il sondaggio dell’istituto Demoscope gode di un vasto consenso, l’idea di una maggiore trasparenza nella politica dei trasporti solleva una certa disapprovazione. Demoscope ha raccolto il parere degli intervistati su sei riforme proposte da Avenir Suisse nell’ambito della mobilità:

  1. Un aumento dei prezzi del treno durante le ore di punta.
  2. L’abolizione dell’abbonamento generale (AG) delle FFS
  3. La creazione di un AG valido solo al di fuori delle ore di punta
  4. La sostituzione della vignetta autostradale con una tassa variabile che si orienta sui chilometri percorsi
  5. La riscossione di una tassa per il transito nel tunnel del S. Gottardo
  6. L’introduzione di un pedaggio urbano nelle grandi città come Zurigo o Ginevra

L’80% della popolazione ritiene che l’aumento dei prezzi durante le ore di punta sia una cattiva idea. La quota di contrari all’abolizione dell’AG tocca addirittura il 91%, al pedaggio urbano e all’AG fuori dalle ore di punta il 57% e ad una tassa autostradale dipendente dal percorso il 54%. Solo la riscossione di una tassa per l’utilizzo del Gottardo trova un consenso tra il 60% degli intervistati. Nel complesso i risultati dell’inchiesta coincidono con quelli del «Mikrozensus Mobilitat» dell’Ufficio federale di statistica e illustrano, quanto sia minimo finora il consenso verso i principi della verità nei costi e quello di causalità nella politica dei trasporti.

Un’osservazione più attenta dei risultati dell’inchiesta mostra, come la voglia di riforme sia meno presente nelle parti di popolazione che verrebbero direttamente toccate dal cambiamento. Il principio di San Floriano (quello del «si, ma non qui») trova terreno fertile anche nella politica dei trasporti. Il consenso verso dei prezzi del treno più alti è, tra i detentori di un AG che non devono comperare un titolo di trasporto singolo, più alto che tra chi questo abbonamento non lo possiede.

Delle tasse autostradali a seconda dei tratti percorsi, trovano ostruzione soprattutto tra i viaggiatori abituali. Tra le persone con uno stipendio al di sopra dei 9000 franchi mensili (e alta propensione alla mobilità) regna un rifiuto del 99% verso l’idea di abolire l’AG. Un’eccezione è rappresentata dal tunnel del Gottardo: gli svizzero-tedeschi, che percorrono più spesso il tunnel, sarebbero favorevoli ad un pedaggio (63%) rispetto al 50% dei romandi. Probabilmente è il forte malcontento degli utilizzatori abituali che regna a seguito delle perenni colonne a far sperare in una mitigazione del fenomeno attraverso una tassa.

Di primo acchito un bilancio modesto per coloro che si impegnano per una politica dei trasporti a lungo termine. Ma questo dipende anche dal fatto che nell’inchiesta non sono stati tematizzati i costi e le conseguenze negative di questi «biscottini» di politica dei trasporti. Si avrebbero sicuramente altri risultati se ai cittadini si ponessero domande come queste:

  1. I principi della verità nei costi e della causalità dovrebbero valere anche nel settore dei trasporti?
  2. Pensate sia corretto che gli utilizzatori (abituali) del treno paghino solo il 40% dei costi che producono e che il resto venga finanziato dai contribuenti?
  3. Sarebbe favorevole a delle tasse autostradali commisurate alla tratta percorsa, se queste venissero utilizzate come mezzo per l’abbassamento delle imposte sui redditi?
  4. Sareste favorevoli all’introduzione di un pedaggio urbano, se questo porterebbe a ridurre le code quotidiane e il conseguente danno ambientale, la perdita di tempo, il rumore ecc.?
  5. Preferireste durante un week-end di Pasqua passare 3 ore incolonnati davanti al S. Gottardo o pagare una tassa di entrata nel tunnel di 20 franchi?

E sono proprio questi i punti che vanno discussi pubblicamente. Il problema strutturale della politica dei trasporti svizzera è che questi nessi, incoerenze e conflitti d’interesse vengono spesso dimenticati sia dalla politica che dai cittadini. Se si riuscisse a far riflettere l’opinione pubblica su questi aspetti, crescerebbero sensibilmente anche i consensi verso delle riforme economicamente e ecologicamente sostenibili nella politica dei trasporti. L’elaborazione di studi e di contributi per il dibattito pubblico è anche un compito di un think-tank come Avenir Suisse.

Questo articolo è apparso su «Ticino Business» del mese di aprile 2013.