Come un grande magnete la Svizzera attrae sedi di società, capitali e manodopera. Quest’appetibilità – afferma in una nota Avenir Suisse – assicura crescita e benessere, ma è anche fonte di grattacapi come dimostra l’attuale dibattito attorno alla libera circolazione delle persone.
Nell’ultima pubblicazione a cura di Avenir Suisse intitolata «Calamita Svizzera: la Svizzera nella concorrenza internazionale tra piazze economiche», si mostra che l’arrivo di manodopera qualificata è solo una delle sfaccettature che spiegano l’appetibilità della piazza economica svizzera.
Il Paese attrae infatti anche altre attività economiche e fattori di produzione mobili, tra cui sedi centrali di società, stabilimenti produttivi, investimenti finanziari e capitali.
Da molto tempo ormai la Svizzera presenta una concentrazione unica di società attive a livello internazionale. Nella lista della rivista statunitense «Fortune» figurano 15 società svizzere, ossia quasi due per milioni di abitanti che realizzano un terzo del Pil svizzero.
Dal 2002 al 2007 l’economia svizzera ha creato 350 mila nuovi posti di lavoro che sono stati occupati al 60% da immigrati e la libera circolazione delle persone è stata un importante presupposto per il boom degli ultimi anni. Se prima del 2004, abolizione della priorità ai lavoratori indigeni, la crescita della Svizzera era inferiore a quella media dell’eurozona, da allora essa si situa al di sopra di essa. L’immigrazione – si afferma – ha assicurato all’economia svizzera un bonus per la propria crescita.
Questo fenomeno è legato anche al cambiamento intervenuto nella componente immigrati. Molti provengono dall’Ue e sono molto qualificati. La quota di immigrati laureati è passata dal 21% al 51%.
Questo articolo è apparso su «La Regione Ticino» del 1. giugno 2011