Stando al barometro UBS delle casse pensioni la performance degli investimenti delle casse pensioni svizzere ammontava nei primi tre trimestri dell’anno corrente al -2,8%. Vi è stata quindi non solo una riduzione del patrimonio degli istituti di previdenza, ma anche del grado di copertura stesso.
A fine settembre 2011 il grado di copertura medio delle casse pensioni svizzere si aggirava secondo Swisscanto attorno al 94,7% – con notevoli differenze tra i singoli istituti di previdenza.
Le casse pensioni di diritto pubblico invece hanno un grado di copertura medio appena dell’88,2% – inferiore di 12 punti percentuali alla concorrenza privata. Ma anche all’interno del gruppo degli enti pubblici esiste un divario considerevole: il 2% dispone di un grado di copertura del 110% o più – indice di solidità.
Tuttavia, una cassa pensioni pubblica su cinque opera con un grado di copertura dell’80% o addirittura con un grado inferiore – la cassa pensioni dei funzionari del Cantone di Ginevra (CIA) dispone addirittura di un grado appena del 56%. Senza interventi, il finanziamento di quasi la metà delle prestazioni si trova a rischio.
La tendenza al ribasso continua
Per le casse pubbliche le preoccupazioni non finiscono lì. Infatti, esse si sono servite finora di un tasso d’interesse tecnico (tasso di sconto) medio del 3,75%. Una nuova direttiva prescrive però dal 2012 un tasso d’interesse tecnico del 3,5%. Il tasso inferiore porterà ad un ulteriore affievolimento del grado di copertura. Come Avenir Suisse ha fatto notare in precedenza, anche il passaggio previsto dalle tavole di mortalità rivolte verso il passato – le cosiddette tavole periodiche – alle tavole generazionali rivolte verso il futuro può far calare il grado di copertura di ulteriori 5 punti percentuali (v. grafico).
La situazione delle casse pensioni di diritto pubblico è grave. Secondo uno studio pubblicato dall’Ufficio federale di assicurazioni sociali (UFAS), per garantire una piena capitalizzazione delle casse statali ci vorrebbe una somma di 25,6 miliardi di franchi. Alla base di questo calcolo stanno cifre di fine 2009, quando il grado di copertura delle casse pubbliche era ancora del 92%. Tenendo conto degli ultimi sviluppi, il fabbisogno di finanziamento si è probabilmente raddoppiato. A mo’ di confronto: il debito totale della Confederazione ammonta a 110 miliardi di franchi.
Un conto salato per il contribuente
Chi finanzierà la ricapitalizzazione? Nel caso degli istituti di diritto privato sono i lavoratori e i datori di lavoro a condividersi l’onere del risanamento. Nel caso delle casse pensioni pubbliche invece il datore di lavoro è lo Stato, per cui, in fin dei conti, sono i contribuenti a dover pagare lo scotto. Il Cantone di Ginevra ha annunciato un contributo di 3 a 4 miliardi di franchi. Il Cantone di Zurigo accantona una somma di 2,6 miliardi di franchi, da trarre da un rialzo del moltiplicatore d’imposta di ben 7 punti.
Il contribuente dovrà quindi mettere le mani in tasca a più riprese. Si trova a dover finanziare la propria previdenza professionale e a contribuire indirettamente tramite il pagamento di tasse sempre più elevate al risanamento degli enti di previdenza statali. Di sopraggiunta dispone di un reddito sempre inferiore per cui gli è impossibile mettere da parte risparmi privati con cui assicurarsi autonomamente una forma di previdenza per il futuro. Se questo non è un furto delle rendite…