Gli esperti del settore sono piuttosto fiduciosi. Secondo Alberto Montorfani la crisi non ci sarà poiché il mercato si sa adattare in modo importante alle nuove esigenze e alle mode.
Il mercato immobiliare in Svizzera, ma anche in alcune regioni del Ticino, non è ancora in un momento “caldissimo’, ma sta entrando in una fase rischiosa. È questo, uno dei messaggi usciti dal seminario organizzato dalla SVIT (Associazione svizzera dell’economia immobiliare) a Vezia.
È stato l’esperto immobiliare di Wüest &Partners Fabio Guerra a illustrare la situazione attuale. Ha anzitutto ricordato come nel primo decennio del nuovo millennio l’immobiliare l’ha fatta da padrone. Una situazione che ha fatto crescere il valore degli immobili in Svizzera del 50% da 1.500 miliardi a 2.500 miliardi. «Da 3-4 anni notiamo un surriscaldamento del mercato e vi sono segnali per alcune regioni che indicano l’avvicinarsi di una fase di rischio». Ovviamente la situazione è meno calda nelle regioni periferiche rispetto alle città dove in zone come a Paradiso l’allarme è già suonato. Un altro segnale arriva da Locarno. «Negli ultimi anni anche grazie al mercato parallelo delle abitazioni di vacanza
per ogni nuovo abitante si è costruita una nuova abitazione. Il doppio della media nazionale». Detto ciò non si intravede quel fattore scatenante che ha provocato la bolla immobiliare degli anni ’90. L’economista di Avenir Suisse Marco Salvi ha invece messo l’accento sulla crescita della superficie costruita, maggiore in Ticino rispetto alla media
nazionale. «Abbiamo consumato molto territorio. E lo dimostra il fatto che il 27% degli edifici da noi ha un solo piano rispetto al 5% svizzero. E questo fatto, inevitabilmente, ci porterà a regole per la pianificazione più severe».
Degli aspetti più prettamente finanziari ha parlato il fiduciario Matteo Pagani. In particolare ha presentato il fondo immobiliare “Residentia” (lanciato nel 2009 e il primo nella Svizzera italiana). Un sistema di investimento che ha diversi vantaggi fiscali e che sta conoscendo un successo piuttosto importante. Infatti dal 20 al 30 di marzo è previsto un aumento di capitale di 25 milioni di franchi. Ed Emanuele Saurwein (presidente SIV) si è soffermato sul lavoro dei valutatori immobiliari i quali, fotografando la situazione da diverse angolazioni, hanno il compito di valutare un edificio. Altri aspetti piuttosto interessanti sono emersi nella tavola rotonda moderata da Luca Fasani. Per esempio, il direttore della SSIC Vittorino Anastasia ha evidenziato che dagli ultimi dati del KOF la situazione dell’edilizia in Ticino è ancora piuttosto positiva con riserve di lavoro di 4,5 mesi e un aumento della fiducia sugli acquisti futuri. Inoltre, a proposito della votazione dell’Il marzo sulle case secondarie, Anastasia ha rilevato che se essa dovesse venir accettata in base all’andamento del mercato e a una stima del 20% di nuove case secondarie potrebbero essere a rischio 2.000 posti di lavoro nell’edilizia. Da parte sua il presidente della SVIT Alberto Montorfani ha rassicurato. «Dal mio punto di vista per i prossimi 10 anni non ci sarà nessuna crisi per il settore. E lo dico confrontando quanto è successo nell’ultimo decennio. Il mercato si è adattato in modo incredibile alle nuove esigenze. E questo grazie al fatto che abbiamo un territorio molto variegato e che si presta a questi cambiamenti, alle mode che di solito durano 4-5 anni.
Questo articolo è apparso sul "Giornale del Popolo" del 2 marzo 2012.