L’accettazione dell’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa» pone il problema della messa in atto di tetti massimi all‘immigrazione. Il nuovo «avenir spezial» offre una valutazione dei dispositivi amministrativi di controllo della migrazione e di quelli basati sul mercato. Il confronto dimostra che la messa all’asta dei contingenti è la soluzione più praticabile.
Il 28 febbraio scorso Avenir Suisse ha pubblicato una proposta di messa in atto dell’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa». Questa proposta prevede di fissare un obiettivo migratorio globale su dieci anni. Dei contingenti rigidi verrebbero introdotti solo quando, allo scadere dei primi cinque anni, l’obiettivo prestabilito non dovesse essere raggiunto. Anche con questa proposta rimane però l’interrogativo delle modalità d’applicazione di tali contingenti. Il nuovo «avenir speciale» (disponibile in tedesco e francese) analizza vantaggi e svantaggi di diverse alternative, alcune di esse già in vigore in altri paesi. La pubblicazione discute inoltre i modi migliori per fissare il numero di permessi, ad esempio se conviene o meno includervi i frontalieri e il ricongiungimento familiare. Inoltre viene discusso il principio della cosiddetta «priorità nazionale».
Per fissare i contingenti servono regole specifiche
L’analisi della pratica vigente e dei dispositivi teorici elaborati per la gestione dell’immigrazione rivela – senza grandi sorprese – numerose difficoltà e rischi (v. tabella). Già la sola determinazione del numero di contingenti si rivela in pratica essere un processo complesso, suscettibile di forti influenze da parte di gruppi di interesse. È quindi auspicabile una determinazione basata su regole prestabilite, vincolate alla congiuntura economica, e non su decisioni arbitrarie prese dalle autorità. Vanno inoltre evitati i contingenti settoriali, poiché una tale differenziazione è un invito al clientelismo. Un ulteriore aspetto negativo del contingentamento rigido dei permessi è la sua notevole burocrazia. Fra tutti gli strumenti analizzati da «avenir spezial» (sistema a punti, contributi, aste, fondo migratorio), il sistema a punti appare come quello meno appropriato. Esso non tiene conto in modo accurato dei bisogni di manodopera delle imprese svizzere. In un sistema a punti, il permesso viene condizionato all’adempimento di pochi criteri formali, e non al giudizio approfondito dei datori di lavoro.
I vantaggi di una messa all‘asta
Meglio sarebbe un sistema basato sui prezzi, applicabile per mezzo di un contributo migratorio versato dalle imprese. Il livello di questo contributo rischierebbe però di essere fortemente influenzato da interessi di parte. Verrebbe quindi a mancare il controllo delle quantità. Un controllo preciso dei flussi migratori è invece possibile con la messa all’asta dei premessi, aperta ai candidati alla migrazione o ai datori di lavoro. L’asta non rappresenta la soluzione ottimale, ma la meno peggio. Essa permette di orientare sistematicamente l’immigrazione ai veri bisogni dell’economia e di realizzare importanti obiettivi sociopolitici. Tuttavia, per esercitare tutti i suoi vantaggi, questo strumento deve essere introdotto su scala nazionale, limitando il più possibile la frammentazione dei permessi in sottocategorie regionali o settoriali. Più si suddividono le categorie, più aumentano i costi amministrativi.
I frontalieri fanno parte della soluzione
Tre temi coinvolgono trasversalmente e in egual misura i diversi dispositivi approfonditi nella pubblicazione. Per Avenir Suisse il frontalierato rappresenta una chance per allentare la pressione migratoria, non un problema. I frontalieri gravano unicamente sul sistema dei trasporti (nella stessa misura dei pendolari); sono invece estranei agli altri problemi, veri o fittizi, legati all’immigrazione. Di conseguenza i frontalieri non dovrebbero essere soggetti a contingentamento. Un secondo tema è il ricongiungimento familiare. L’irrigidimento della politica migratoria tende a riequilibrare il mix tra immigrazione nel mercato del lavoro e ricongiungimento familiare, a scapito di quest’ultimo. Questo riequilibrio è più facile da impostare nei dispositivi di controllo basati sui prezzi (contributi, aste) e nel sistema a punti. Esso potrebbe avvenire senza negare il principio stesso del ricongiungimento familiare. Terzo tema trasversale, la precedenza nazionale. Anche qui il vantaggio dei dispositivi di mercato è evidente. Infatti, nel caso di contributi, aste o fondi è superfluo stabilire la priorità nazionale separatamente: la disponibilità a pagare delle imprese per un permesso segnala che esse non hanno trovato sul mercato del lavoro indigeno le qualifiche richieste.