In Svizzera la popolazione e le attività economiche si concentrano sempre più negli agglomerati urbani dell’Altopiano, mentre numerose regioni periferiche devono far fronte allo spopolamento e ai cambiamenti strutturali. Tutte e dieci le città del Paese con oltre 50 000 abitanti si trovano al di fuori della metà montuosa del territorio nazionale, il che solleva un lecito interrogativo sulle condizioni quadro necessarie affinché le vallate fuori mano e le regioni più alte dell’Arco alpino – ma anche di quello giurassiano – possano registrare uno sviluppo economico sul lungo periodo. Nel nuovo studio di Avenir Suisse Daniel Müller-Jentsch, Adjunct Fellow, elabora un disegno d’azione strategico per le regioni di montagna.

L’esperto in pianificazione del territorio si aggancia al concetto di «valli centrali» o «spine dorsali», ossia la valle del Rodano, la valle del Reno alpino, l’asse del Gottardo e i Grigioni. Le valli centrali dispongono della popolazione e forza economica di una grande città, ma tutta una serie di singolarità strutturali le indeboliscono: la densità demografica è minore e non hanno un nucleo urbano come motore dell’integrazione politica. Spesso sono organizzate in modo decentrato e politicamente frammentato, il che inibisce lo spirito di cooperazione dei Comuni fomentando le rivalità. Anziché cercare di accodarsi ai centri dell’Altopiano, le regioni di montagna dovrebbero indirizzarsi verso i propri punti nevralgici, rafforzarne le funzioni centrali, favorirne l’ulteriore sviluppo e nella competizione tra piazze, sottolinearne le particolari qualità.

Esiste un ampio ventaglio di possibilità per rafforzare l’attrattiva delle valli principali dell’Arco alpino come aree residenziali ed economiche, e sostenere in tal modo la loro funzione di catalizzatore per l’entroterra montuoso. Ne sono un esempio la sperimentazione con le reti di trasporto assiale, la definizione di zone commerciali intercomunali, la messa in rete delle offerte di formazione professionale, i concorsi di pianificazione urbanistica per i punti nevralgici di espansione lungo il fondovalle, l’organizzazione di conferenze annuali sulle valli oppure l’apertura ai programmi di agglomerato della Confederazione per le particolari esigenze delle valli centrali. In ognuno di questi casi si tratta di sfruttare meglio le sinergie tra le valli principali e quelle laterali per schiudere nuove prospettive alle aree d’insediamento alpine.

Al fine di poter attingere all’intero potenziale delle valli centrali bisogna affrontare le manchevolezze strutturali. Per sviluppare strategie adeguate occorrono linee guida separate, appositamente concepite per le valli centrali: di conseguenza, il modello polare impostato sinora sui centri urbani della Svizzera e riassunto nel «Programma territoriale Svizzera» dovrebbe essere integrato con il concetto di «agglomerati assiali» per le zone montuose del Paese. Al pari di altre nazioni che annoverano modelli di centro con geometrie particolari (ad es. i Paesi Bassi o la Danimarca), anche la Svizzera deve elaborarne uno che tenga conto della sua conformazione alpina.