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Tra i molti difetti del Prodotto Interno Lordo – il famoso PIL – quale misura del benessere di un paese, ve ne è uno che suscita critiche ricorrenti e giustificate: il PIL ignora il valore della produzione domestica. Questa categoria raggruppa tutte le attività che in teoria potremmo procurarci sul…
Tra i molti difetti del Prodotto Interno Lordo – il famoso PIL – quale misura del benessere di un paese, ve ne è uno che suscita critiche ricorrenti e giustificate: il PIL ignora il valore della produzione domestica.
Questa categoria raggruppa tutte le attività che in teoria potremmo procurarci sul mercato ma che invece svolgiamo noi stessi. Concretamente si va dalla preparazione dei pasti, al bucato e al giardinaggio fino all’educazione dei figli o al tempo passato ad accudire parenti malati
Il lavoro domestico e famigliare viene svolto senza compenso monetario – e quindi non è conteggiato direttamente nel PIL. L’omissione è notevole: secondo dati dell’Ufficio Federale di Statistica, gli Svizzeri passano più di 3 ore al giorno nella produzione domestica. Il 61% di questo lavoro viene svolto dalle donne, il che corrisponde a tre settimane e mezzo di lavoro domestico in più all’anno che gli uomini. Non ha quindi torto chi critica il PIL come una misura che tende a sottovalutare il contributo femminile al benessere.
(Jeremy Banks, unsplash)
Eppure, il trend va chiaramente verso una ripartizione sempre più equa del lavoro domestico fra i sessi. Nello spazio di un solo ventennio, le donne svizzere hanno ridotto il tempo di lavoro casalingo di ben mezz’ora al giorno, mentre gli uomini hanno aumentato il loro apporto di oltre 20 minuti.
Oggi le donne spendono meno tempo per la pulizia della casa, la preparazione dei pasti, il giardinaggio e la cura di animali domestici. Nelle famiglie con figli piccoli, questa riduzione è stata però completamente compensata da un aumento del tempo passato a giocare con loro e ad aiutarli a fare i compiti. Ma anche i papà non sono in resto. Essi passano quasi sei ore alla settimana in queste attività, quasi il doppio di soli vent’anni fa. A sovrapporsi a questi mutamenti della ripartizione del lavoro domestico tra i sessi c’è stato il forte aumento del lavoro femminile remunerato. Cosicché, se sommiamo le ore lavorate a casa con quelle passate sul posto di lavoro, scopriamo che uomini e donne lavorano in totale oramai esattamente lo stesso numero di ore, in media 55 ore alla settimana. È il caso di dirlo: il sesso pigro non esiste.