La Svizzera, insieme a Germania, Francia e Stati Uniti è uno dei pochi paesi che prevede una tassazione congiunta del reddito dei coniugi. Negli altri paesi ogni persona inoltra una dichiarazione separata dei redditi. A causa della progressione, la tassazione congiunta può portare a un onere fiscale maggiore rispetto a un concubinato con doppio stipendio (a parità di reddito famigliare) – si tratta della cosiddetta «tassa sul matrimonio». A livello federale sarebbero 80’000 le coppie di coniugi in condizioni sfavorevoli. Nella maggior parte dei cantoni però la situazione è ribaltata: come ha mostrato recentemente anche un’analisi di Avenir Suisse, grazie allo splitting dei redditi e alle deduzioni per i doppi stipendi il matrimonio è avvantaggiato fiscalmente rispetto al concubinato.

Un’iniziativa del PPD e un controprogetto del parlamento vogliono ora abolire interamente la tassa sul matrimonio, mentre PS e PLR aspirano a lungo termine al passaggio verso la tassazione individuale completamente indipendente dallo stato civile. Considerando tutti questi paragoni si capisce in fretta che una «giusta» tassazione famigliare è impossibile. Dato il nostro sistema d’imposta progressiva sul reddito, la neutralità rispetto allo stato civile (nessun bonus matrimoniale, nessuna tassa matrimoniale) e l’equità orizzontale tra i nuclei famigliari (stessi oneri fiscali per famiglie con lo stesso reddito totale) non possono essere raggiunti simultaneamente.

Tassazione individuale: indipendente dallo stato civile ed economicamente efficace

Tuttavia vi sono motivi oggettivi a favore del sistema di tassazione individuale. Infatti, i vantaggi di questo tipo di tassazione non consistono tanto in una «più giusta» distribuzione dell’onere fiscale tra i tipi di nucleo famigliare, ma piuttosto nei benefici in termini di creazione di ricchezza e efficienza economica.

Questo si lascia illustrare meglio con un confronto dell’onere fiscale prima e dopo l’entrata sul mercato del lavoro del coniuge con un reddito secondario – nel 90% dei casi la donna. Così a Zurigo una famiglia con due bambini, in cui solo uno dei coniugi è attivo, per un reddito lordo di 105’000 franchi paga circa 12’300 franchi di imposte sul reddito e contributi alle assicurazioni sociali, corrispondenti a un’aliquota del 11,7%. Se ora anche il coniuge trova un posto di lavoro che assicura uno stipendio di 48’000 franchi l’anno, il carico fiscale aumenta di 9’200 franchi. Di conseguenza l’aliquota implicita del secondo coniuge attivo ammonta a 19,2% – ovvero 7,6 punti percentuali in più rispetto al primo.

È questa l’origine dei costi economici della tassazione congiunta dei redditi. Studi mostrano che per il secondo reddito la decisione di lavorare o meno dipende fortemente dagli incentivi finanziari. L’imposizione congiunta sfavorisce maggiormente il coniuge che percepisce il secondo reddito e quindi scoraggia le donne a lavorare. Gli effetti della tassazione comune sui partner con il basso reddito sono una delle cause dell’esigua quota di donne svizzere che lavorano a tempo pieno – anche se certamente non l’unica. Uno sgravio fiscale per le donne attive si lascerebbe raggiungere anche con una più generosa deduzione per il secondo coniuge che percepisce uno stipendio. Tuttavia, in questo modo la neutralità della tassazione rispetto allo stato civile sarebbe strapazzata ancora di più, poiché solo le persone sposate potrebbero reclamare questa detrazione. Anche il sistema di splitting (per il quale il reddito dei coniugi è prima sommato e poi dimezzato) non risolve il problema dell’alta tassazione del secondo reddito.

Un passaggio all’imposizione individuale sarebbe di conseguenza la via più coerente per parificare l’imposizione del primo e del secondo reddito. Un tale cambio di sistema non deve significare la fine di una politica fiscale a favore delle famiglie e dei bambini. Gli effetti temuti da molti sul tasso di natalità in caso di una più consistente occupazione delle donne potrebbero per esempio essere mitigati da un aumento delle deduzioni per i figli. Questo rappresenterebbe inoltre un buon compromesso tra le richieste del PPD (esenzione dalle imposte degli assegni famigliari), del PLR (tassazione individuale) e del PS (detrazione fiscale per figli a carico), che di primo acchito sembrano incompatibili.

Con un tale cambiamento del sistema sarebbe realizzata anche la mobilitazione del potenziale inutilizzato di forza lavoro perseguita dal Consiglio Federale dopo la votazione del 9 febbraio. Gli effetti positivi che ne risulterebbero allargherebbero inoltre la base imponibile, cosa che avrebbe come conseguenza tasse più basse per tutti.