Il netto rifiuto da parte dei comuni della sponda sinistra della Maggia di unirsi alla città di Locarno ha evidenziato alcuni limiti nella strategia fusionistica del Governo ticinese. Mentre le aggregazioni tra comuni simili – per esempio tra quelli di una valle – non incontrano opposizioni insormontabili, il raggruppamento di un centro urbano economicamente debole con sobborghi più abbienti risulta più ostico. Per vincere una tale resistenza sarebbero necessari incentivi finanziari ancora più importanti da parte del Cantone  – e viene da chiedersi se la posta in gioco giustifichi tali costi .

Se paragonato agli altri Cantoni, lo sforzo del Ticino nell’adeguare una geografia politica risalente al XIX° secolo con la realtà odierna è stato comunque notevole (vedi grafico). Soltanto i glaronesi, grazie ad un magistrale «colpo di poker» nell’occasione di una Landsgemeinde, hanno svolto i loro compiti fusionistici più diligentemente dei ticinesi riducendo il numero dei comuni da  25 a 3. In Cantoni con strutture simili al Ticino, i progetti di aggregazione  rimangono nei cassetti dei Governi (vedi Grigioni) oppure non vengono nemmeno presi in considerazione (vedi Vallese).