Prima la buona notizia: nel suo settore principale, La Posta svizzera è al top. Secondo l’Unione postale universale, occupa regolarmente il primo posto in termini di qualità e affidabilità. Ma l’attività è in contrazione. I volumi delle lettere calano e gli sportelli tradizionali vengono utilizzati sempre meno. Ignorare la tendenza in atto comporta, per la Posta, il rischio di andare incontro a un risanamento. Anziché intraprendere interventi mirati, tuttavia, negli ultimi anni la politica si è impantanata.
Il Consiglio federale ha gradualmente aperto la strada all’espansione in ambiti poco attinenti al servizio postale di base. «[La Posta] contribuisce a soddisfare le esigenze di una società e di un’economia digitalizzate per una comunicazione sicura ed efficiente», si legge negli obiettivi strategici della Posta. Le conseguenze non sono mancate. La Posta ha cercato di compensare la contrazione dell’attività principale mediante acquisizioni in nuovi settori, rilevando ad esempio aziende specializzate in sicurezza informatica, software aziendali e servizi cloud.
Un percorso che appare tuttavia un vicolo cieco. Sempre più di frequente le acquisizioni, da cui sono finora derivate solo perdite, causano conflitti con fornitori privati. Avenir Suisse è quindi favorevole a un ritorno alle attività fondamentali. Oggi la Posta non è solo un’azienda logistica, ma anche una banca di rilevanza sistemica, un operatore di autobus e un fornitore di servizi digitali. Nel contempo questo ampio conglomerato, la cui proprietaria è al 100% la Confederazione, è quindi altamente politicizzato. Ne emerge un quadro altamente problematico.
Avenir Suisse propone quindi alla politica un piano in 5 punti per stabilizzare e focalizzare il Gruppo.
1. Estromissione della politica: in futuro, la Confederazione gestirà la sua partecipazione nella Posta – insieme ad altre imprese federali – attraverso una holding gestita professionalmente dall’Amministrazione federale delle finanze (AFF). Tornerebbe così in primo piano, nell’ambito dell’attività effettiva, la fornitura di servizi postali e del servizio pubblico a costi efficienti. Nel frattempo, la politica dovrebbe regolamentare il mercato postale per via di ordinanze e leggi.
2. Modernizzazione del mercato postale: il miglior modo per tenere sotto controllo un ex monopolista è la concorrenza. Gli invii in grandi quantità offrono un potenziale per la concorrenza, ma il monopolio residuo nel settore delle lettere va abolito. Il mercato dei pacchi non ha più bisogno di regolamentazioni statali, la Commissione della concorrenza garantirebbe pertanto una concorrenza effettiva.
3. Focalizzazione sull’attività principale: la Posta Svizzera è «campionessa del mondo» nel trasporto capillare di lettere e pacchi. Questa attività fondamentale deve tornare al centro dello scopo sociale e della strategia del Consiglio federale. Occorre adeguare il servizio pubblico all’evoluzione della domanda dovuta alla digitalizzazione. L’apertura della Posta a capitali e competenze private potrebbe infondere ulteriore slancio, come dimostrato dalle poste tedesche e austriache.
4. Limitazione dell’espansione digitale: finché resterà di proprietà dello Stato, la Posta dovrà limitarsi ai servizi digitali strettamente legati alla propria attività principale. La corsa allo shopping lanciata qualche anno fa in aree in cui le aziende private offrono già servizi non è in linea con una Posta pubblica. Occorrerebbe quindi sciogliere la divisione separata Digital Services e integrare nella Posta i servizi legati all’attività principale.
5. Autonomia della divisione AutoPostale e di PostFinance: essendo le sinergie con l’attività chiave della Posta praticamente nulle, la divisione AutoPostale dovrebbe essere scorporata; potrà essere gestita autonomamente o venduta a un’azienda di trasporti esistente. La stessa logica vale per PostfFinance, che andrebbe venduta interamente o quotata in borsa in modo indipendente. La contropartita consisterebbe nella revoca del divieto di concedere crediti, grazie alla quale PostFinance diventerebbe una banca normale.
Oggi la politica si aspetta che la Posta fornisca servizi di eccellenza, dividendi elevati per la Confederazione e neutralità concorrenziale, un mix eccessivamente caratterizzato da obiettivi contrastanti. Il piano in 5 punti di Avenir Suisse indica la via d’uscita dal trilemma. Le leve su cui agire sono chiare: «Occorre smantellare le strutture obsolete del servizio pubblico e concentrare la Posta sui suoi punti di forza tradizionali», spiega Christoph Eisenring, autore dello studio.
