La nuova forza del franco svizzero rappresenta una sfida soprattutto per le imprese. La politica economica ha il compito di trovare soluzioni a lacune presenti da tempo in merito alla qualità del sito economico Svizzera.
La decisione della Banca Nazionale del 15 gennaio di abolire il tasso di cambio minimo del franco svizzero rispetto all’euro, e il risultante apprezzamento di quest’ultimo hanno avuto conseguenze significative per la Svizzera. Tuttavia l’allarmismo non è né giustificato, né di aiuto. Da un lato l’abbandono del tasso di cambio minimo nell’instabile contesto europeo non poteva più essere evitato – era l’unica opzione economicamente sensata per la Banca Centrale –, e in secondo luogo in Svizzera vi sono senz’altro buone alternative per affrontare il franco forte.
I contributi in questa pubblicazione, riassunti in 10 tesi:
- Una BNS indipendente garantisce stabilità.
L’indipendenza della banca centrale è il miglior garante per relazioni monetarie stabili a lungo termine, e uno dei vantaggi più importanti della piazza economica svizzera. - Una moneta forte accelera il cambiamento.
L’economia e in particolare il settore terziario sono sollecitati a partecipare attivamente alla transizione verso un più alto valore aggiunto. Solo le offerte qualitativamente migliori e più innovative possono assicurare il benessere della Svizzera a lungo termine. - Una forte interdipendenza internazionale aiuta la piazza economica.
Molte prestazioni anticipate nell’industria provengono dall’estero e perciò riducono i costi di produzione. - L’accesso al mercato interno europeo è di importanza primaria.
La garanzia di un accesso al mercato europeo resta un punto centrale. - Il libero scambio rafforza la concorrenza.
Un’apertura più coerente del mercato anche nel settore agrario, come per esempio l’applicazione della sentenza Cassis de Dijon, e un veloce consolidamento dell’accordo di libero scambio rafforzano anche la concorrenza interna. - I pacchetti congiunturali sono dannosi.
Estese misure di politica congiunturale non sono né necessarie, né promettenti. Con l’assicurazione contro la disoccupazione e con il freno all’indebitamento la Svizzera dispone di due stabilizzatori del sistema efficaci e automatici. - Le regolamentazioni frenano la crescita.
Costi amministrativi nell’ordine di grandezza del 5% del PIL potrebbero essere economizzati con una rapida diminuzione delle regolamentazioni – attraverso calcoli standardizzati, un’autorità di controllo indipendente e chiari obiettivi di riduzione. - L’imposizione del capitale esaurisce la sostanza.
Tassi d’interesse negativi e imposte sul patrimonio minano la sostanza e riducono gli incentivi all’investimento. Una tassazione complessiva del consumo sarebbe più sensata. - Finanziare in modo duraturo le assicurazioni sociali.
Per una stabilità sociale a lungo termine bisogna riconsiderare l’assetto finanziario delle assicurazioni sociali. L’età pensionabile dovrebbe essere adeguata automaticamente alla speranza di vita. - I consumatori approfittano del franco forte.
I cittadini non sono solo lavoratori, bensì anche consumatori. Come tali appartengono alla categoria dei «vincitori» della forza del franco, poiché a parità di salario dispongono ora di un potere d’acquisto rafforzato.