Plusvalore, Podcast
L’aumento delle disparità nella distribuzione della ricchezza preoccupa i molti. Le disuguaglianze di patrimonio sono ad esempio un tema centrale della campagna elettorale dei candidati democratici alla presidenza degli Stati Uniti; mentre a giorni l’ONG britannica Oxfam pubblicherà il suo rapporto annuale che – c’è da scommetterlo – denuncerà un’ulteriore…
L’aumento delle disparità nella distribuzione della ricchezza preoccupa i molti. Le disuguaglianze di patrimonio sono ad esempio un tema centrale della campagna elettorale dei candidati democratici alla presidenza degli Stati Uniti; mentre a giorni l’ONG britannica Oxfam pubblicherà il suo rapporto annuale che – c’è da scommetterlo – denuncerà un’ulteriore crescita della ricchezza di chi è già ricco.
Ma anche da noi i patrimoni sono da tempo in crescita, e di riflesso cresce anche il valore globale delle eredità. Secondo un recente studio dell’università di Losanna esso raggiungerebbe oramai i 90 miliardi di franchi annui. Insomma, è venuto il momento di preoccuparsi, oltre che delle disuguaglianze di reddito, anche di quelle di patrimonio?
A mio parere la giusta risposta a questa domanda dipende dalle cause profonde del fenomeno. In Svizzera, e in genere nei paesi più avanzati economicamente, il colpevole è presto trovato: i bassi, anzi bassissimi tassi d’interesse. In effetti, come ogni studente d’economia – anche quello più distratto – ben sa: la ricchezza economica non è nient’altro che il valore presente dei flussi di reddito futuri. Così, il valore di una casa si calcola sommando tutti gli affitti futuri, rapportati ad oggi con un opportuno tasso d’interesse. A parità di affitto, più il tasso d’interesse è basso, più il valore di mercato dell’immobile sarà elevato. Il ribasso dei tassi d’interesse spiega quindi il rincaro dei prezzi immobiliari nel nostro paese, tuttora in crescita nonostante affitti stagnanti e numerosi appartamenti sfitti. E poiché la casa è bene più frequentemente donato in eredità, il ribasso dei tassi è anche la causa principale per l’aumento dei lasciti.
Tutta questa deviazione per la teoria finanziaria di primo semestre per portare a casa un punto davvero importante: gli aumenti di patrimonio attuali non sono altro che la rivalutazione di redditi futuri fondamentalmente immutati. Insomma, in parole povere siamo ben lontani da uno scenario dove pochi oligarchi si accaparrano di nuove fonti di reddito, tipo fabbriche o immobili, e da quel momento fanno la vita da nababbi. Da noi, l’aumento dei patrimoni (e delle sue disuguaglianze), non è accompagnato da una crescita delle disuguaglianze di reddito, né di consumo. Ed è quello che davvero conta.
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La qualità della vita sarà anche soggettiva, ma la si può ciononostante esprimere in cifre, anzi addirittura in franchi. Un ragionamento – semplicistico lo ammetto – è il seguente: sottraiamo dal reddito medio delle economie domestiche in un comune l’affitto e le tasse locali; quello che rimane può essere…
La qualità della vita sarà anche soggettiva, ma la si può ciononostante esprimere in cifre, anzi addirittura in franchi. Un ragionamento – semplicistico lo ammetto – è il seguente: sottraiamo dal reddito medio delle economie domestiche in un comune l’affitto e le tasse locali; quello che rimane può essere interpretato come un’indicazione (molto approssimativa) della qualità della vita nel comune o città di residenza.
Come mai? Affitti e tasse variano in Svizzera molto da un comune all’altro. Più la località è attraente (o più le tasse sono basse) e più i prezzi dei terreni – e di conseguenza anche gli affitti – saranno elevati. Se non lo fossero, basterebbe traslocare per approfittare di un’alta qualità di vita a un prezzo stracciato. La maggiore domanda a termine farebbe però salire i prezzi, e con essi svanirebbe l’incentivo al trasloco. In altre parole, gli affitti elevati sono il prezzo d’entrata da pagare per godere dell’alta qualità della vita in quella situazione.
Per esempio, è vero che il salario medio a Zurigo è elevatissimo. La metà degli occupati vi guadagna più di 7’800 franchi al mese – 1’300 franchi in più della media svizzera. Un quarto porta a casa più di 10’000 franchi al mese. Ma gli affitti lo sono ancora di più: difficile trovare un quattro locali al di sotto dei 3’000 franchi al mese. E se togliamo dal reddito anche le imposte, salta fuori che il reddito residuo è più basso che nel Canton Uri. Ciò a riprova del fatto che lago, offerta culturale e le luci della città hanno un valore concreto per gli abitanti. Valore che si esprime appunto in un reddito residuo inferiore a quello di Altdorf.
Ovviamente, il ragionamento ha i suoi limiti. Gli alti salari di Zurigo magari sono anche un compenso per lo stress cittadino, e forse non è sufficiente considerare solo gli affitti e le tasse per misurare precisamente la qualità della vita. Ma il ragionamento di base rimane. Quindi, la prossima volta che sentirete un sindaco vantarsi del fatto che nel suo comune alla fine del mese rimangono più soldi in tasca che nel comune vicino, non esitate a fare una smorfia. È solo un segno che l’erba dei vicini è davvero più verde.