L’istruzione racchiude in se diversi aspetti positivi – sia per l‘individuo, sia per la collettività. Solitamente, un titolo di studio superiore schiude infatti le porte a compiti qualificati e ben retribuiti. E visto che un salario elevato si traduce anche in un aumento del gettito fiscale, si parla spesso di patto sociale implicito.

Mettiamo ora da parte la teoria. Nella pratica, il patto sociale poggia su basi traballanti. Secondo le recenti stime dell’OCSE, in Svizzera il rendimento fiscale dell’istruzione è relativamente contenuto e rischia di assottigliarsi ulteriormente in seguito alla crescente popolarità del lavoro part-time. Con un grado di occupazione inferiore al 70 per cento, spesso il rendimento fiscale di un titolo di studio superiore non è più garantito.

Il nuovo studio di Marco Salvi, Florence Mauli e Patrick Schnell presenta diverse varianti per affrontare al meglio le mutate condizioni, prima fra tutte l’introduzione di tasse di studio a valle, vale a dire da saldare soltanto a formazione conclusa. Sia sul piano delle pari opportunità che della politica finanziaria, una simile tassa avrebbe le carte in regola. Vi si aggiunge il fatto che questo strumento è stato testato e consolidato a livello internazionale.  Il modello di Avenir Suisse prevede la riscossione di una tassa di studio progressiva e in funzione del reddito, da applicare a partire da una determinata soglia reddituale e dovuta sino al completo rimborso del debito accumulato.

In una simulazione del mostro modello mostriamo che anche un laureato impiegato a tempo pieno con uno stipendio relativamente modesto sarebbe in grado di rimborsare i suoi costi di studio prima del pensionamento. Ovviamente la velocità di rimborso dipende molto dalle condizioni fissate per lo stesso.