La Svizzera è un paese d‘immigrazione. Soltanto un quarto della popolazione stabile residente non possiede un passaporto svizzero e quindi non ha la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica. Come mostra uno studio di Tibère Adler, Hugo Moret, Nicole Pomezny e Tobias Schlegel le esperienze fatte a livello comunale in ambito di diritto elettorale passivo per gli stranieri si sono rivelate molto buone – soprattutto nella Svizzera romanda, ma in parte anche nella Svizzera tedesca. Questo potrebbe servire da ispirazione per le altre regioni.
Il presente «avenir dibattiti» è un tipico prodotto della cooperazione interculturale. Esso si è sviluppato nel corso del lavoro di traduzione del nostro libro «Bürgerstaat und Staatsbürger» pubblicato in tedesco a gennaio 2015, in cui Andreas Müller – tra gli altri – promuove l’idea di introdurre un «servizio civico per tutti», per le donne così come per gli stranieri domiciliati.
In questo contesto il nostro team in Romandia si è chiesto quale sia effettivamente la situazione in merito al coinvolgimento della popolazione straniera residente per quanto riguarda le cariche di milizia a livello locale. A tale proposito le informazioni disponibili erano estremamente scarse, non solo tra la popolazione, bensì anche presso gli organi amministrativi. Di principio i cittadini stranieri non hanno diritti politici di alcun tipo a livello federale, tuttavia per quanto concerne la regolamentazione di questa questione i cantoni sono liberi. Finora il diritto elettorale passivo per gli stranieri è in vigore in 600 comuni in sei cantoni. Un sondaggio organizzato con breve preavviso tra questi comuni – a livello svizzero il primo del suo genere – ha portato alla luce diversi aspetti interessanti:
- Il numero assoluto degli stranieri attivi politicamente è ancora relativamente basso. Attual-mente nei 317 comuni che hanno risposto al sondaggio sono attivi 148 politici nel legislativo e 19 nell’esecutivo.
- Nei comuni in cui è stato introdotto il diritto elettorale passivo per gli stranieri prevale una situazione di soddisfazione. Nessuno dei comuni interrogati da Avenir Suisse prende in considerazione di abolire nuovamente il diritto elettorale per gli stranieri.
Il diritto elettorale passivo per gli stranieri è ancora un fenomeno regionale: dei 600 comuni menzionati 575 si trovano nella Svizzera romanda, 22 nei Grigioni e 3 in Appenzello Esterno. È da augurarsi che anche in altre parti della Svizzera tedesca e in Ticino ne venga seguito l’esempio. I fautori di una tale estensione dei diritti politici per gli stranieri devono però essere pazienti e contare su una politica dei piccoli passi: molte votazioni popolari su questo tema sono state bocciate con una maggioranza di due terzi o ancora più alta. Sul piano pratico però il diritto elettorale passivo si è affermato.
I comuni dovrebbero poter decidere autonomamente
Per Avenir Suisse le conclusioni sono chiare. Il diritto di voto per gli stranieri a livello comunale è un passo nella giusta direzione, poiché indica che gli immigranti in Svizzera sono percepiti come membri importanti della società. Il nostro messaggio è quindi il seguente: i comuni che lo desiderano dovrebbero poter consentire l’elezione dei proprio cittadini stranieri residenti nelle cariche politiche. In questo modo ai cittadini stranieri sarebbe data la possibilità di consolidare le proprie radici al proprio luogo di residenza. E con il loro impegno politico essi potrebbero allo stesso tempo contribuire al rafforzamento del sistema politico di milizia.