Nel corso della crisi finanziaria e dell’euro la Banca nazionale svizzera (BNS) è intervenuta massicciamente sui mercati finanziari, costituendo ingenti riserve di divise. La crisi indotta dal Coronavirus spinge ora molti politici a reclamare l’accesso a questi mezzi. Da un lato si esige che le riserve «in eccesso» vengano distribuite a Confederazione e cantoni, dall’altro si chiede l’istituzione di un nuovo fondo statale. Ambedue le proposte mirano a deviare verso altri scopi di natura politica gli attivi che la Svizzera ha a disposizione per perseguire i propri obiettivi di politica monetaria. In alcuni singoli casi, lo sblocco delle riserve della BNS è addirittura motivato da esigenze di partito. Un simile intervento nella politica monetaria del nostro Paese non dovrebbe affatto essere consentito. Gli attivi di un istituto centrale rappresentano da sempre una componente significativa della sua politica monetaria. Se viene destinato ad altri scopi, la decisione non rimane priva di conseguenze.
Svizzera aperta
Osservare il distanziamento dalla BNS
Analisi Anche in tempi di pandemia l’allocazione delle riserve monetarie non va stravolta
La crisi da Coronavirus spinge la politica a rifare con insistenza l'occhiolino agli averi della BNS. L'intenzione di mettere le mani sui mezzi di politica monetaria della Svizzera non dovrebbe essere accettata.
La crisi da Coronavirus spinge la politica a rifare con insistenza l'occhiolino agli averi della BNS. L'intenzione di mettere le mani sui mezzi di politica monetaria della Svizzera non dovrebbe essere accettata.
I motori della prosperità di Avenir Suisse

Il dott. Jürg Müller è Senior Fellow e responsabile di ricerca «Infrastrutture e mercati». Nella sua funzione si occupa di questioni legate alla politica della concorrenza, al servizio pubblico come pure alla regolamentazione ottimale, con un occhio di riguardo al settore finanziario, delle telecomunicazioni e dei media. Dopo gli studi in economia politica alle Università di San Gallo e Cambridge ha conseguito il dottorato al Politecnico federale di Zurigo. Successivamente ha lavorato per quattro anni in qualità di redattore economico presso la Neue Zürcher Zeitung e pubblicato numerosi articoli tematici sulle ripercussioni che la rivoluzione digitale avrà sul sistema finanziario. È coautore del saggio «The End of Banking», che è stato tradotto in diverse lingue.
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Basil Ammann ha studiato relazioni internazionali con specializzazione in economica all’Università di Ginevra, all’Università di San Gallo e Sciences Po a Parigi. Da ottobre 2019 lavora presso Avenir Suisse come ricercatore. In precedenza ha maturato esperienza all’ambasciata di Svizzera a Nuova Delhi come pure presso lo studio di consulenza ingegneristica Transitec ad Accra e Losanna.