Il vaccino anti-Covid è anche una vittoria dei mercati
Plusvalore
L’impatto positivo della globalizzazione nella lotta contro la pandemia
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Marco Salvi
Il vaccino anti-Covid è anche una vittoria dei mercati
PlusvaloreL’impatto positivo della globalizzazione nella lotta contro la pandemia
Nelle ultime settimane, due società di biotecnologia, la statunitense Moderna e la tedesca BioNtech (quest’ultima in collaborazione con il gigante farmaceutico americano Pfizer)hanno annunciato risultati incoraggianti riguardante l’efficacia dei loro vaccini contro il Covid-19, vaccini attualmente in fase avanzata di sviluppo. Certo, è ancora troppo presto per dichiarare vittorianella lotta contro la pandemia e per celebrare trionfi, proprio mentrein Svizzera e in altri paesi si registra un numero record di decessi da Covid.Eppure, la storia di questi due vaccini illustra in modo positivo alcuni concetti economici che alle nostre latitudini troppo spesso vengono trattati unicamente in chiave critica.
La globalizzazione dapprima. Questo vaccino ne è per molti versi unesempio particolarmente emblematico: ricerca e sviluppo negli Stati Uniti e in Germania, produzione che avverrà in parte in Svizzera, test clinici per misurarne l’efficacia e valutarne i rischi svolti in mezzo mondo. E la globalizzazione va qui di pari passo conl’immigrazione: I fondatori della BioNtech, UğurŞahin e Özlem Türeci, sono una coppia di migranti turchi. Il padre di Şahinera un Gastarbeiter, operaio della Ford. E immigrato lo eragià il fondatore della Pfizer, Karl Pfizer, che – quasi due secoli fa –aveva lasciato il Baden-Württenberg per Brooklyn.
Ilsuccesso del vaccino è però anche quello dei mercati, e più particolarmente del «venture capital», l’apporto di capitale per finanziare l’avvio di attività insettori ad alto potenziale– ma anche ad alto rischio. Sia BioNTech che Modernapuntavano da oramai un decennio su unatecnologia genetica che a lungo ha suscitato speranze enormi, ma che finora si era scontrata con ostacoli biologici insormontabili. Tanto che dallasua fondazione, avvenuta nel 2010, a oggi Moderna non ha commercializzato un solo prodotto, accumulando perdite pari a un miliardo e mezzo di dollari.
Ciononostante,al momento dell’entrata in borsa, avvenuta nel 2018, Modernaera stata valutata a ben 7,5 miliardi di dollari. Ciò aveva portati alcuni critici del «venture capital» – tra i quali troviamo anche l’influente economista Mariana Mazzucato – a farne un ennesimosimbolodegli eccessi del capitalismo. Oggiinvece il lungo fiato degli investitori si rivela lungimirante e la loro pazienza giustamente ripagata.Se davveroil mercato dei capitali fosse orientato verso guadagni a corto termine, il settore delle biotecnologie non esisterebbe nemmeno.
Questo podcast è stato pubblicato il 23.11.2020 nel programma Plusvalore su RSI Rete Due.
Plusvalore
La settimana scorsa, il governo inglese ha annunciato la sua intenzione di introdurre un sistema a punti per regolare l’immigrazione. L’obbiettivo è quello di attirare lavoratori qualificati o, in altre parole, di limitare l’entrata di attivi meno qualificati. In futuro, i lavoratori provenienti dall’estero che parlano un buon inglese e…
La settimana scorsa, il governo inglese ha annunciato la sua intenzione di introdurre un sistema a punti per regolare l’immigrazione. L’obbiettivo è quello di attirare lavoratori qualificati o, in altre parole, di limitare l’entrata di attivi meno qualificati. In futuro, i lavoratori provenienti dall’estero che parlano un buon inglese e possono dimostrare di avere un’offerta per un posto ben retribuito riceveranno 50 dei necessari 70 punti. Altri punti verranno assegnati a seconda delle competenze e della carenza di manodopera nel settore d’attività. Attualmente, nel Regno Unito vi sarebbe scarsità di ingegneri civili, medici generalisti, psicologi e ballerine.
Se verrà introdotto, il Regno Unito non sarà il solo paese con un sistema a punti. Già il Canada, l’Australia o la Nuova Zelanda conoscono sistemi simili, e parecchi economisti ne hanno analizzato le conseguenze. Il loro giudizio è globalmente negativo. Come mai?
Di primo acchito, un sistema a punti potrebbe sembrare un metodo razionale e obbiettivo per selezionare i migranti adatti – con tutta l’apparenza razionale e obbiettiva di una tabella Excel. Il problema è che il mercato del lavoro è ben più complesso di quanto si possa riassumere in una formuletta. Il lavoro degli attivi meno qualificati in genere è complementare a quello dei maggiormente qualificati. Regolare il numero degli uni ha un effetto sull’impiego degli altri, rischiando di frenare l’intera economia, con un impatto sul benessere di tutti.
Anche requisiti in apparenza incontestabili, come la conoscenza della lingua, non sono garanti di un esito positivo a lungo termine. Il successo della seconda e terza generazione di immigranti asiatici negli Stati Uniti è stato possibile malgrado la padronanza limitata della lingua da parte della prima generazione. Senza parlare delle pressioni politiche e del lobbying di questo o quel settore per ricevere trattamenti di favore; lobbying che avvantaggia chi dispone di più agganci politici, ad esempio gli agricoltori, ma non necessariamente chi è più produttivo. Tanto più che il sistema inglese non prevede un limite quantitativo alla migrazione, e così rischia di non soddisfare nemmeno l’elettorato «esterofobo». Insomma, meglio lasciare la scelta di chi impiegare nelle imprese alle imprese stesse – e non alle tabelle dei funzionari.
Questo podcast è stato pubblicato il 24.02.2020 nel programma Plusvalore su RSI Rete Due.