Le 24 banche cantonali svizzere risultano tra le partecipazioni finanziarie più sostanziose dei cantoni. Nel 2010 hanno raggiunto la somma di bilancio di 440 miliardi di franchi e hanno creato dei profitti lordi per circa 4 miliardi di franchi. Anche se rimangono ben ancorate a livello locale e regionale, diversi istituti si sono espansi oltre i confini nazionali.
In poche parole le banche cantonali risultano esposte – analogamente ai loro concorrenti privati – ai tassi di interesse volatili e ai corsi dei cambi. Non sono immuni neanche alle controversie a livello internazionale come si è constatato dalle possibili azioni legali degli Stati Uniti nei confronti delle banche cantonali in relazione alla presunta evasione fiscale di cittadini americani. A questo si aggiungono anche delle incertezze locali. Ad esempio nel caso di un sur riscaldamento del mercato immobiliare, il tradizionale (e importante) impegno ipotecario delle banche cantonali può risultare un grosso rischio.
Visto che finora i Cantoni hanno dimostrato delle partecipazioni in linea di massima molto basse sulla base dei valori nominali, i pericoli economici per i contribuenti sembrano, di primo acchito, essere limitati. Infatti, per determinare il rischio finanziario occorre impostare dei valori di mercato estremamente alti. Inoltre, i Cantoni (ad eccezione di Ginevra, Vaud e Berna) rispondono al più tardi in caso di liquidazione a tutti i debiti scoperti delle loro banche cantonali. Uno sguardo al rapporto tra la somma di bilancio delle banche e le uscite annuali dei cantoni mostra che questa responsabilità è significante e che le finanze cantonali potrebbero subire dei grossi contraccolpi (vedi grafico).
Delle importanti azioni a soccorso di alcune banche cantonali – in parte di portata miliardaria – non sono rimaste un caso isolato negli ultimi 20 anni. I cantoni di Berna (1993), Giura (1996), Ginevra (2000), Vallese (2000), Vaud (2001/2002) e Glarona (2008) si sono visti costretti a risanare le finanze delle loro banche cantonali. Gli istituti cantonali di Soletta (1995) e Appenzello Esterno (1996) sono stati «salvati» solo grazie ad una totale privatizzazione. In più vi sono Ginevra e Vaud, due cantoni che hanno dovuto sostenere le loro banche pur sprovviste di una garanzia statale totale.
Sussiste il pericolo che le garanzie statali esplicite aumentino la propensione al rischio delle banche cantonali. Perchè questo migliora il rating delle banche e dà loro la possibilità di gestire il denaro nel mercato interbancario e obbligazionario a condizioni migliori. In effetti il Moody’s 2011 ha valutato la forza finanziaria della banca cantonale zurighese e di quella sangallese – e il suo rating, ignorando la garanzia statale – solo con un C+ quotandola un po’ meglio dell’UBS (C) e meno bene del CS (B). Grazie alla garanzia statale le due banche cantonali hanno effettivamente ottenuto qualche punto in più (Aaa und Aal). È interessante vedere come le garanzie statali per la ZKB la SGKB portino a delle valutazioni più alte dei rating rispetto all’UBS e CS – e quindi anche a qualche grattacapo riguardo al «moral hazard» (questione morale).
Ulteriori spunti sul tema li trovate nell’articolo «Kantone als Konzerne: Herausforderung Risikomanagement».
Questo testo in tedesco è stato pubblicato per la prima volta nella rivista «Die Volkswirtschaft» (Numero 6/2012).